RISPOSTA AD ARTICOLO APPARSO SUL MESSAGGERO VENETO L’11/04/2021
Conoscevo bene la sig.ra Edda Ponton, sorella del notaio Ludovico Ponton, morta lo scorso 17 febbraio, usufruttuaria di palazzo Ponton, immobile che dopo la sua morte è entrato a pieno titolo nel patrimonio immobiliare del Comune di Cervignano; questa importante acquisizione proviene dal testamento che lo stesso notaio aveva disposto in punto di morte, sette anni fa, a favore della nostra Città. Peraltro ho vivi ricordi di Vittorio Santini, capo di stato maggiore della Difesa, dal ‘81 al ‘83, che viveva in uno dei due appartamenti dello stesso stabile, con la moglie Edda.
Oggi come Associazione “Cervignano Nostra” siamo preoccupati, perché nonostante il lascito del notaio Ponton sia stato accettato dal Consiglio Comunale, ancora nel 2015, il Comune di Cervignano brancola nel buio con idee confuse e tutte da sviluppare, preso atto che nel 2021 non ha ancora individuato e programmato come utilizzare questi locali -ricordo- da destinare per espressa volontà dal notaio Ponton – ad attività culturali permanenti- mentre diversamente riserva energie e forze per la realizzazione di nuovi spazi e forme d’arte moderna: ad esempio i murales e il giardini dei diritti. Per questo motivo l’Assemblea degli iscritti dell’Associazione svoltasi in data 19 marzo 2021 ponendosi il problema del mantenimento degli immobili esistenti e/o vincolati e all’uso degli spazi della Casa Ponton, ha proposto, almeno nell’appartamento del notaio, peraltro ricchissimo di arredi e collezioni, di destinarlo a casa museo, come avviene ormai in molte abitazioni di Città europee. Le Case Museo raccontano storie personali e sociali, collezionistiche e imprenditoriali, con un linguaggio che appartiene a tutti i visitatori. Inoltre tale destinazione non avrebbe bisogno di grandi lavori di adeguamento, a differenza della pinacoteca così suggerita, potrebbe essere un punto attrattivo assieme al bel giardino interno della casa, per richiamare i tanti cicloturisti che -ci auguriamo- possano riprendere ad arrivare lungo l’Alpe Adria. Per quanto riguarda lo storico Caffè Centrale, invece, già gestito nel corso del secolo scorso da Miss Michelina, bionda esplosiva di estrazione circense, figlia del patron Oreste Zavatta, del circo equestre più antico d’Italia, cui ci aveva lavorato perfino Buffalo Bill, bene che il Comune valorizzi l’ambiente come locale storico, effettuando gli interventi di adeguamento previsti, d’intesa con l’affittuario. Affinchè si possa ritornare a parlare del salotto di piazza Libertà, come avveniva nella Cervignano di ieri.
Invitiamo pertanto il Comune a contattare gli operatori culturali locali, affinchè insieme si possa individuare la destinazione più appropriata e consona da adottarsi, secondo la disposizione testamentaria prevista.
La ringrazio dell’attenzione e la saluto cordialmente.
dott. Michele Tomaselli
Associazione Cervignano Nostra