Vi aspettiamo il 22 settembre alle ore 18.30 presso il centro civico di Cervignano per la conferenza
“L’11 Settembre di Cervignano” relatore Antonio Rossetti.
Anche il capoluogo della Bassa friulana ha il suo 11 settembre. Il fatto risale a più di 500 anni fa. Come a New York, furono i civili a essere massacrati in modo indiscriminato, nel corso di una guerra anomala, che non aveva fronti e che colpiva in modo reiterato ed imprevedibile gli abitanti di città, castelli e villaggi.
A spiegare il contesto storico cronologico è lo storico cervignanese Antonio Rossetti. «Il gravissimo fatto di sangue, fino a ora sconosciuto alla storiografia cervignanese – chiarisce – si verificò nell’ambito della “Guerra della lega di Cambrai”, combattuta, dal 1508 al 1516, fra Venezia da una parte e una coalizione europea dall’altra. L’obiettivo era rintuzzare e limitare l’espansionismo della Serenissima sulla terraferma. Tutto cominciò all’inizio del 1508, quando Massimiliano d’Asburgo aprì le ostilità con Venezia per la successione della Contea di Gorizia». Cervignano, come l’intero Friuli, apparteneva a Venezia dal 1420, quando la Repubblica pose formalmente fine al plurisecolare potere temporale del Patriarcato.
«Nello svolgersi di questo storico evento – aggiunge Rossetti – la nostra località giocò per Venezia un ruolo importante. Nel 1418, al porto fluviale e sulle rive dell’Ausa, prese terra un grosso corpo armato veneziano, forte di tremila uomini e sessanta pezzi di artiglieria, sbarcati da un centinaio di natanti. La spedizione aveva il compito di appoggiare l’avanzata delle truppe venete di terra, che si dirigevano ad Aquileia. Da allora, il porto di Cervignano svolse un ruolo fondamentale per gli interessi economici, logistici e militari veneziani in Friuli. Credo che il gravissimo fatto di sangue abbia influito sulla composizione demografica di Cervignano». (articolo tratto dal Piccolo del 7 settembre 2017)